Nel sentire comune l’eccesso di velocità è sicuramente annoverato fra le principali cause di incidenti stradali. Ma quanto si è effettivamente coscienti di cosa realmente significhi velocità eccessiva?
Per una piena comprensione del fenomeno è necessario tradurre in “numeri” questa “sensazione”, cioè arricchire la nostra percezione con una quantificazione misurabile e oggettiva. In questo articolo cercheremo di raggiungere lo scopo attraverso un piccolo esempio, che sicuramente fa parte del bagaglio dell’esperienza di guida comune di tutti noi.
È una calda giornata estiva di pieno sole… Siamo in autostrada, in, in procinto di entrare in una galleria. L’ombra che ne avvolge l’ingresso contrasta con la luce accecante dell’esterno. Non riusciamo a vedere dentro la galleria per più di una manciata di metri…
… Siamo all’ingresso. Osserviamo il cartello che ci impone un limite di 110 km/h, ma decidiamo che vogliamo arrivare alla nostra meta prima possibile. I 120 km/h che abbiamo tenuto fino a quel momento vanno benissimo anche per la galleria. Siamo ormai entrati, lasciandoci il sole infuocato alle spalle, mentre i nostri occhi si adattano al buio. Scorgiamo qualcosa, luci: rosse, arancioni. Ci sono automobili ferme, a 90 metri da noi!!!! Premiamo il pedale del freno al massimo. Le auto si avvicinano sempre più, ma non riusciamo a fermarci. Tamponiamo la fila di macchine ad oltre 50 km/h… Gli aribag si aprono, il fumo ci entra nel naso… Siamo sottosopra, sentiamo grida, rumore di lamiere…
… Siamo all’ingresso della galleria. Osserviamo il cartello che ci impone un limite di 110 km/h, rallentiamo. Siamo ormai entrati, lasciandoci il sole infuocato alle spalle, mentre i nostri occhi si adattano al buio. Scorgiamo qualcosa, luci: rosse, arancioni. Ci sono automobili ferme, a 90 metri da noi!!!! Premiamo il pedale del freno al massimo. Le auto si avvicinano sempre più, ma fortunatamente ci fermiamo in tempo. Accediamo le 4 frecce per segnalare il pericolo ai veicoli dietro di noi…
…
Non sembra possibile che due scenari talmente diversi siano determinati da una differenza di velocità di soli 10 km/h! Sicuramente una velocità di 120 km/h non la definiremmo “eccessiva” a fronte di un limite di 110km/h. Eppure, quei risibili 10 km/h, potevano forse salvare delle vite (magari anche la nostra). Come è possibile?
Per capirne il motivo, dobbiamo passare dai numeri.
A 90 metri da noi, si trova una fila di macchine ferme. Gli occhi informano il cervello. Il cervello elabora l’informazione, capisce il pericolo, manda un comando. Il segnale elettrico corre nel nostro corpo, scende fino al piede. Il piede si alza e preme il pedale del freno. Sono passati circa 0,8 secondi. In questi 0,8 secondi, alla velocità di 120 km/h abbiamo percorso circa 26,5 metri. L’impianto frenante pompa olio nelle pinze. I dischi vengono compressi, la nostra auto inizia a frenare fino all’intervento dell’ABS. Sono passati circa 0,2 secondi e abbiamo percorso altri 6,5 metri. Continuiamo a premere il pedale, sperando di fermarci, 57 metri ci separano dalle macchine davanti a noi. Le urtiamo.
Perché?
Nella fase di frenata, la distanza percorsa dipende quadraticamente dalla velocità all’inizio della frenata. Partendo dalla velocità “vi”, nel momento in cui si attiva l’ABS, per fermarsi completamente, con decelerazione a, è necessaria una distanza di frenata pari a:
Questo significa che partendo da 110 km/h, abbiamo bisogno di circa 63 metri per fermarci. Mentre partendo da 120 km/h, abbiamo bisogno di 75 metri. Cioè 12 metri in più (e non 6 metri in più, che avremmo nel caso in cui la dipendenza distanza/velocità fosse lineare).
A questo, dobbiamo sommare il fatto che, andando più veloce, durante il tempo di reazione percorriamo più distanza. In particolare, procedendo a 120 km/h, anziché a 110 km/h, nella fase di reazione percorriamo (120-110)/3.6*0.8=2,5 metri in più. Lo stesso vale per la fase cosiddetta di azionamento dell’impianto frenante (in cui l’impianto pompa olio nelle pinze dei dischi). Come risultato, abbiamo 3 metri in meno per frenare, mentre ce ne occorrerebbero 12 in più. Quindi per frenare ci mancano 15 metri! Proprio quei 15 metri che ci avrebbero permesso di fermarci, anziché tamponare la fila di macchine a oltre 50 km/h.
Cosa dobbiamo trarre da questo esempio?
Che la percezione della eccessiva velocità non è sempre allineata al reale pericolo, e che dovremmo sempre regolare la velocità tenendo conto della nostra effettiva possibilità di avvistamento. In questo può esserci di aiuto la tabella seguente, di cui dovremmo far tesoro.
Massima velocità di guida, per potersi arrestare in tempo in caso di ostacolo imprevisto, in funzione della distanza di visibilità. Conteggi effettuati considerando un tempo di reazione di 0,8 secondi e un tempo di salita dell’impianto frenante di 0,2 sec. Per tempi di reazioni superiori, la massima velocità si riduce. Valori arrotandati per difetto.
Distanza di visibilità (in metri) | Massima velocità per riuscire ad arrestarsi in tempo (in km/h) | |
---|---|---|
asfalto asciutto (coeff. d’attrito = 0,76) |
asfalto bagnato (coeff. d’attrito = 0,46) |
|
10 | 26 | 22 |
20 | 42 | 35 |
30 | 55 | 46 |
40 | 67 | 55 |
50 | 77 | 63 |
60 | 86 | 70 |
70 | 94 | 76 |
80 | 102 | 83 |
90 | 110 | 88 |
100 | 117 | 94 |
110 | 123 | 99 |
120 | 130 | 104 |
130 | 136 | 109 |
140 | 142 | 114 |
150 | 148 | 118 |
160 | 153 | 122 |
Per dare un’idea più vivida del significato della tabella, scorgendo un ostacolo distante da noi quanto un campo di calcio (corrispondente a 100 metri circa), se viaggiassimo a 94 km/h, con asfalto bagnato, avremmo bisogno di tutta la lunghezza del campo per riuscire ad arrestarci in tempo!
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